
Omofobia delle istituzioni: il caso della patente sospesa
I casi di discriminazione sessuale nel nostro Paese sono ancora tanti, lo sappiamo bene, ma quando l’ omofobia delle istituzioni si manifesta come nel caso del ragazzo di Catania che si è visto sospendere la patente perché ha dichiarato di essere gay, è bene fermarsi a riflettere su quali siano i reali problemi di fondo della nostra società.
Se sono gli organi istituzionali i primi a denigrare il diritto di libertà sessuale, infliggendo addirittura pene ridicole come il ritiro della patente, non possiamo lamentarci se poi nelle piccole realtà l’omofobia regna incontrastata no? La storia di Danilo Giuffrida, ragazzo di 35 anni divenuto ormai un simbolo per le lotte della componente omosessuale siciliana e nazionale, ci fa riflettere.
Il fatto, avvenuto nel 2008, ha visto protagonista il giovane catanese che durante la visita di leva, si è visto ritirare la patente di guida solo per aver dichiarato il suo orientamento sessuale. La denuncia ai ministeri della Difesa e dei Trasporti ha portato ad una sentenza di primo grado di condanna per le due istituzioni macchiatesi di omofobia, e prevedeva un risarcimento di 100 mila euro.
Una seconda sentenza però aveva abbassato nel 2011 il compenso a 20mila euro, ma il giovane, grazie anche all’aiuto del proprio avvocato è riuscito a far riportare la cifra al suo valore originario con la sentenza della Corte dʼappello civile di Palermo che finalmente ha messo la parola fine alla vicenda sottolineando che: “l’evidente gravità dell’offesa subita peraltro da rappresentanti della Pubblica amministrazione e del pregiudizio di cui è stato vittima Giuffrida” per “la liquidazione del danno sia equa la somma già stabilita dal giudice di primo grado, pari a 100mila euro”. Una somma inferiore “non sarebbe idonea al ristoro dei pregiudizi subiti”.